Luigi Caccamo
Il percorso tra polizze, franchigie e affini sembra già tracciato. Eppure Luigi Caccamo, registrato all’anagrafe di Buenos Aires, classe 1968, sapeva che le sue origini e la sua famiglia presto lo avrebbero ricondotto alla sua terra natia. Se per Ulisse è Itaca, per Caccamo lo è Spilinga. La passione è forte come la fama (e il sapore) della ‘nduja, l’autentico tesoro calabrese di cui Caccamo comprende subito la straordinarietà.
Il talento di questo vero fuoriclasse della norcineria italiana lo spinge verso una missione dove il limite geografico non è più ostacolo ma mezzo per raccontare un prodotto così unico. La sua epopea culinaria prende vita nel 2004, nel cuore di Spilinga, epicentro di una tradizione che risuona nei secoli della Magna Grecia. L'etimologia stessa del toponimo Spilinga deriva dal greco “Spelaion-ghe” terra ricca di grotte. Grotte che allora celavano ricchezze, mentre oggi lo sono i tanti artigiani, come Caccamo, che in questi luoghi mettono a frutto la loro arte. Il piccolo laboratorio diviene presto un'azienda solida, guidata dalla ricerca dell'eccellenza qualitativa, incastonata nei valori autentici di famiglia e nelle antiche sapienze del territorio calabrese giusto alle pendici del Monte Poro.
L’idea di artigianalità portata avanti da Caccamo è un viaggio emozionale, un omaggio vibrante alla tradizione gastronomica calabrese e all'ingegno imprenditoriale italiano. È la storia di un uomo che ha trasformato un sogno in realtà con il calore e la forza del sole che accarezzano i campi di peperoncini, elemento cardine insieme alle carni di maiale sapientemente dosate. Il profumo avvolgente dei condimenti e il suono ritmico delle mani che plasmano con maestria la carne è alchimia. È tra queste pieghe gestuali che la genialità di Caccamo si rivela pienamente nell'arte di ricreare le condizioni microclimatiche uniche di Spilinga. Quest’ultime donano quelle caratteristiche che rendono questa ‘nduja un vero unicum nel suo genere. La Norcineria ha un nuovo Maestro d’Arte e Mestiere, e noi un nuovo tesoro da custodire e valorizzare: “l’Artigiano della ’Nduja”.