Francesco Pellegrino
In epoca classica avrebbe assunto il patronimico di Aristide, “figlio di Aristeo”, discendente del Dio greco che, leggenda narra, donò ai siciliani gli ulivi rendendo questa attività fondamentale per l’isola. Quando quel dono pagano arriva anche nelle sue mani, trasformandolo oggi nel nuovo Maestro d’Arte e Mestiere nell’olivicoltura, Francesco Pellegrino all’epoca è un ispettore di Polizia che nel 1996 decide di cambiare strada, acquistando una tenuta di 36 ettari con 1.500 ulivi secolari e vigneti a Trapani, in contrada Guarrato.
Pellegrino inizia a studiare la coltivazione degli ulivi e la spremitura delle olive, ingegnandosi per ottenere un olio di primissima qualità. Nel 1997, produce il suo primo olio extravergine, un nettare dorato che incarna il suo sogno. I primi tempi sono difficili, ma con il supporto della moglie Lara, Francesco riesce a far decollare il progetto. Biancolilla, Cerasuola e Nocellara del Belice sono le tre cultivar autoctone che Pellegrino cura nella sua tenuta, Terre di Shemir, un nome arabo che significa Misil luogo - proprietà di Shemir, in omaggio alla località un tempo abitata dagli arabi. “Devi vivere con la pianta. Devi parlare con la pianta. Devi avere un rapporto con la pianta. Le piante ti parlano…”. Questo è il mantra di Pellegrino, che lo porta a decisioni audaci, come lavare gli ulivi con acqua dolce per purificarli dalla nebbia salmastra.
Un gesto apparentemente folle, ma per lui semplice e vero ascolto delle sue piante. Dal 2010 l’azienda scala le classifiche, raccogliendo traguardi e premi, dimostrando che la vera eccellenza nasce dall’amore per la terra e dal rispetto per il luogo, dalla cura quasi mistica e dal legame simbiotico tra uomo e natura. Ogni goccia d’olio racchiude gli echi gustativi delle valli trapanesi in cui il mosaico di luce e ombra tra i rami degli ulivi secolari crea pennellate dorate su terrazzamenti antichi, mentre il fiume Balata si perde tra le colline. Con la loro nuvola di purezza questi olii, in ogni loro stilla, sprigionano la passione e il calore della Sicilia.