Costanzo Canfora
Leggenda vuole che sia stato l’imperatore Tiberio a lanciare a Capri la moda dei sandali dalla suola sottile ma rigida. Certezza è che a rendere famosi nel mondo i sandali capresi fu Jackie Kennedy, paparazzata per le vie di Capri con indosso i flat artigianali più celebri di sempre: quei sandali venivano dalla piccola bottega aperta nel 1946 da Amedeo Canfora, il quale creò appositamente per lei il modello ‘K’ negli anni ‘60. Prima di lei già Soraya, la principessa Margaret, Maria Callas e Grace Kelly erano rimaste stregate dai sandali Canfora, che lasciavano il piede quasi completamente scoperto, rialzato appena da terra da un piccolo tacco.
Oggi l’atelier si trova ancora nell’iconica via Camerelle, e a condurla è Costanzo Canfora, nel pieno rispetto degli insegnamenti del nonno Amedeo: i migliori cuoi, suole cucite e mai incollate, e cinturini rigorosamente inchiodati. “Lo stile del negozio è rimasto quello di una semplice bottega artigiana. Mio nonno ha trasmesso la sua passione e la sua abilità ai suoi figli, Angela, Rita e Michele (mio padre). Poi ha insegnato l’arte del sandalo a mio fratello Fabrizio e a me. Quando non faccio sandali, sono responsabile dell’e-commerce dell’azienda”, racconta Costanzo Canfora, che aggiunge: “Il sandalo ‘K’ in oro o argento è il più venduto, ma abbondano altri modelli glamour, dal sandalo ‘Gail’ con un semplice cinturino a T a quello ingioiellato ‘Sophie’ con finti strass, fino ai modelli con piccoli ciondoli a campana”.
L’alta qualità dei materiali e l’attenzione ai piccoli dettagli fanno sì che, a oggi, gli affezionati clienti Canfora - molti dei quali oltreoceano - tornino indossando sandali che hanno acquistato venti anni fa. “Sono nato e cresciuto in negozio e, nonostante mio nonno sia venuto a mancare quando io avevo solo quindici anni, ho sempre guardato con ammirazione il suo atteggiamento in bottega: per lui ogni cliente, dal concittadino al personaggio illustre, meritava la migliore accoglienza e la medesima attenzione. È questo uno dei ricordi di cui cerco di fare tesoro ogni giorno”, ricorda Costanzo Canfora.