Alvise Boccanegra
Conoscenza delle tecniche artistiche, manualità, ma soprattutto sensibilità e rispetto: sono queste le qualità indispensabili per essere un grande restauratore e Alvise Boccanegra le possiede tutte. Se poi si aggiunge una scuola d’eccezione come quella del Maestro Maximilian Leuthenmayr (presso il quale rimase sette anni), si capisce subito come questo giovane restauratore sia uno dei migliori nel panorama attuale.
Boccanegra attribuisce al suo maestro il merito di avere “un profondo desiderio di trasmettere il suo sapere, mentre normalmente gli artigiani non rivelano i loro segreti”. Apre a Venezia il suo laboratorio di restauro di manufatti lignei nel 2011, specializzandosi in intaglio, tornitura, verniciatura a gommalacca con tecnica a tampone, doratura a guazzo e pittura con tempere antiche, inaugurando una serie di importanti collaborazioni con antiquari, collezionisti e con Fondazione Venetian Heritage, nota organizzazione internazionale per la salvaguardia della città lagunare. Lasciati gli studi di chimica applicata alla conservazione, Alvise Boccanegra sente un richiamo verso il legno, una “materia viva” che si adatta a diventare qualsiasi cosa: “Penso che abbia a che fare con la mia passione per la natura, le piante, gli alberi, i fiori…”, racconta.
Nel suo laboratorio veneziano nel Sestiere di San Polo c’è profumo di legno e olio di lino e ci sono scaffali ordinati di colori in polvere dai toni vivaci e una grande selezione di barattoli con oli e cere; qui il maestro si occupa soprattutto del restauro di antichi oggetti, come consolle, testate da letto, statue in legno, sedie, mobili e cornici: “Non si tratta solo di dare una seconda vita a un oggetto. Il mio ruolo è quello di riportare alla luce ciò che è rimasto sotto i vari strati, poiché spesso i mobili vengono ridipinti più volte. Restituisco un oggetto a quello che era una volta, all’idea originale”. Il nome di Alvise Boccanegra compare sulla Homo Faber Guide e sulla guida Venezia su misura.