Rita Bargna

Rita Bargna è nata nel 1942 a Como, ma vive e lavora a Cantù da una vita. Ha appreso l'arte del merletto dalla madre Anna Giuseppina Parolo all’età di 5 anni e ha poi coltivato per oltre sessant'anni la passione per questa disciplina, sia come collezionista sia come ideatrice di più di cento pezzi unici.

Merletti / Ricami

Accanto all'attività di collezionista – ne è dimostrazione la sua raccolta di veli neri e bianchi, di bordi, di vesti e arredi sacri, di tovaglie, di fazzoletti e di lenzuola con merletti e ricami dal Seicento ai giorni nostri – Rita Bargna coltiva l'insegnamento del merletto, e ha diretto alcune scuole per la trasmissione di questa nobile e antica arte. Nel 1999 ha fondato e ancora presiede l'Associazione Merletti d'Arte di Cantù, con la quale ha organizzato mostre e realizzato una decina di pubblicazioni, oltre ad aver svolto un’intensa attività di docenza, per oltre quindici anni.

Ha insegnato anche alla Scuola di Merletto di Capiago Intimiano e, recentemente, ha trasmesso il suo sapere anche ad allieve straniere, tra cui alcune studentesse giapponesi.

Ha rappresentato l’Italia nei congressi dell’OIDFA (Organisation Internationale de la Dentelle au Fuseau et à l'Aiguille) a Nottingham, Lund, Praga e Atene, con rassegne di pezzi personali contrassegnati dalla ricerca di nuove soluzioni stilistiche e formali. In Italia ha partecipato a tutte le più importanti manifestazioni del settore a Milano, Como, Cernobbio, Cantù, Rezzago, Erba, Rocca di Angera, Grado, Carpi, Rimini, Piombino, Valtopina, Bolsena, Noto e molte altre.

Artista del merletto a fuselli, realizza manufatti di alto valore artistico, supportati da disegni di base di grande rigore. Tra le sue opere più belle, ricordiamo quelle ispirate al Coprievangelario di Ariberto da Intimiano e alle miniature del Battistero della Basilica di San Vincenzo in Galiano.

Nel 2005 Rita Bargna riceve la medaglia d'oro alla Biennale del Merletto di Cantù per l'impegno dedicato alla diffusione dell'arte del merletto.

In questi ultimi anni, assieme alla presidentessa dell’Associazione Bolsena Ricama Maria Vittoria Ovidi Pazzaglia, ha gettato le basi per ottenere il riconoscimento del merletto come bene immateriale Unesco. 

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