Massimo Maria Melis

Massimo Maria Melis nasce a Roma nel 1947 e inizia il suo lungo percorso frequentando l’Accademia delle Belle Arti della sua città nel corso di scenografia e costume. Lavora come grafico pubblicitario, come costumista nel cinema, fotografo di scena, e attore in tre film di produzione tedesca; nel frattempo però, coltiva l’amore per l’arte antica della gioielleria. L’interesse è tale che incomincia a sperimentare e studiare le tecniche storiche di realizzazione dei manufatti in oro, scoprendo in questa arte una vera e propria vocazione.
 

Gioielleria - Argenteria - Oreficeria

Le prime sperimentazioni portano a buoni risultati e iniziano le richieste di realizzazione di gioielli da parte di amici e conoscenti. Melis decide dunque di dare la svolta definitiva alla sua carriera, diventando orafo nel 1974. 
Successivamente si trasferisce, lascia il suo vecchio laboratorio, l’ex mansarda dove abitava, e si sposta uno spazio proprio nel centro storico di Roma, in Via del Cancello, aperto anche al pubblico. Rimane lì fino al 1982, per trasferirsi successivamente nella conosciuta Via dell’Orso, nota sia per la sua eccezionale storia che per la particolarità di concentrazione di prestigiose botteghe artigiane.
Con il tempo, la sua “rivisitazione” dei gioielli antichi (di epoca greca, etrusca, romana) viene sempre più apprezzata, ottenendo un notevole interesse sia in Italia che all’estero. Fra i suoi clienti affezionati, può vantare una famiglia regnante, alti prelati, uomini politici, istituzioni dello Stato, mondo dello spettacolo.
 

Il New York Times l’ha incoronato tra i maestri orafi che incarnano lo spirito di Roma: i suoi gioielli, rivisitazione colta dell’antico, potrebbero essere scambiati per per pezzi da museo: collane e orecchini in oro martellato, con antiche monete romane, perle e cammei, vetri di epoca imperiale e pietre dure. Lavora l’oro tirato a lastra e filo saldandoli tra loro mediante brasatura per far fondere l’oro solamente in superficie, la cera persa, la fusione con l’osso di seppia, una tecnica antica utilizzata anche dagli Etruschi, cara al gioielliere archeologo. 

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