Ferruccio Padoa

Ferruccio Padoa, classe 1944, impara il mestiere dal padre Carlo, che nel 1930 avvia il laboratorio specializzato nella lavorazione dell’ottone. Da questa fucina sono uscite opere fondamentali per l’arredo urbano di Milano: le lampade che tuttora illuminano la Galleria Vittorio Emanuele, le lanterne del cortile, il lanternone e il caposcala di Palazzo Marino, il fonte battesimale in bronzo e rame della Basilica di Sant’Ambrogio, la maschera d’argento che copre il volto di san Carlo Borromeo sotto l’altare maggiore del Duomo. 

Metalli

Ferruccio entra in bottega appena finite le scuole medie: di sera frequenta la Scuola Superiore d’Arte Applicata al Castello Sforzesco, in particolare il corso di disegno e fusione medaglistica, di giorno aiuta il padre in officina.

Dal 1958 lavora ufficialmente per l’azienda del padre e ora, dopo più di sessant’anni, porta avanti l’attività insieme alla moglie Giovanna e ai figli Andrea e Carlo, collaborando con studi di architettura, eseguendo su disegno e su misura oggetti d’arredamento che vanno dalle lampade ai tavolini, alle balaustre, fino ai più specifici elementi architettonici. Padoa e le sue maestranze lavorano soprattutto l’ottone, ma anche il rame, il ferro e il bronzo, dal taglio alla saldatura, dalla tornitura al cesello. 

Fra i progetti più recenti, quello per l’appenderia del negozio di Stella McCartney in via Santo Spirito a Milano e un enorme lucernaio a cupola per un’abitazione privata di Londra. Un classico della produzione della bottega sono le embrasse modello “Tina Turner”, così chiamate perché nate per la casa in Svizzera della famosa cantante. 

Lavorare nel solco della tradizione non impedisce a questa realtà storica di adottare innovazioni tecnologiche, ma senza mai snaturare l’anima artigianale della produzione.

Ferruccio Padoa lavora ancora con grande passione, portando avanti un mestiere duro ma gratificante, in cui fonde manualità e tecnica con creatività e capacità di trovare sempre nuove soluzioni.

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